Il cappottino di formaggio

Cari lettori

che ascoltate lì fuori,

vi dico subito e non dopo:

non sono uomo, ma un grigio topo;

🐭

e vi racconto

di come un giorno

col sole spento sotto il tramonto

mi ritrovai col freddo attorno;

🐭

un freddo gelido da tremare,

un freddo intenso da non farmi respirare,

e per star caldo nel mio viaggio

mi fabbricai un cappottino di formaggio.

🐭

Era elegante come un abito da festa,

mi copriva il corpo intero

tranne le zampe, la coda e la testa;

era stupendo, bello davvero.

🐭

Chi lo vedeva restava senza fiato,

oltre che bello era anche profumato,

ma un altro topo si mise a strombazzare

che il cappottino fosse buono da mangiare.

🐭

La nuova notizia corse veloce

in tanti seppero di quella scoperta,

e siccome il formaggio piace più della noce,

vennero in tanti a farmi un’offerta:

🐭

Ed ecco una giacca fatta di lana,

prendi il cotone che ho nella tana,

accetta lo scambio, forza, coraggio,

dammi il cappottino di formaggio.

🐭

Io sono allergico alla lana e al cotone,

dissi a ognuno come risposta:

mi viene il prurito e anche il fiatone.

E rifiutai ogni proposta.

🐭

Ma un invidioso o qualche cattivo,

venne di notte mentre dormivo,

e quando il sole tornò al mattino,

mi risvegliai senza il mio cappottino.

🐭

Sentivo freddo, ma non mi arrabbiai,

allontanai i pensieri brutti,

presi il formaggio, lo lavorai,

e fabbricai cappottini per tutti.

🧀

Nota dell’autore: Questa filastrocca è stata selezionata per l’antologia “Filastrocche a parole scelte”, edita da Apollo Edizioni nel 2021.